“La saggezza non è comunicabile. La scienza si può comunicare, ma la saggezza no. Si può trovarla, viverla, si possono fare miracoli con essa, ma spiegarla e insegnarla non si può.”
Hermann Hesse

Hermann Hesse è stato uno dei più grandi scrittori tedeschi del XX secolo e fu insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1946. La sua filosofia esistenziale si fuse piano piano alle filosofie Hindù e Buddiste grazie ad un viaggio in Asia che lo influenzò tanto da scrivere e pubblicare nel 1922 “Siddharta”, romanzo che lo rese celebre in tutto il mondo. Siddharta è stato per me un compagno di viaggio da più di 20 anni. Nelle sue parole ancora oggi trovo tanta semplicità, saggezza ed una bellezza unica che difficilmente trovo in altri scritti.

Il libro parla del giovane Siddharta, figlio di un bramino (i bramini sono i membri della casta sacerdotale nella tradizione Hindù) che assetato di conoscenza decise di lasciare il padre ed i suoi rituali per seguire, con il suo amico Govinda, i Samana ovvero gli asceti del bosco. Con loro visse e praticò le rigide discipline spirituali, ma senza che la sua sete poté essere placata. Un giorno giunse la voce che Gotama il Buddha (cioè un risvegliato) stava passando per quei luoghi, così Siddharta accompagnato dal suo fedele compagno Govinda decise di lasciare i Samana e raggiungere la moltitudine che stava radunata attorno al santo. Qui poté ascoltare in prima persona l’insegnamento del Buddha, ma capì che la sua saggezza trovava origine dalla sua stessa esperienza di vita e perciò non poteva essere trasmessa. Abbandonata la ricerca di maestri e l’amico Govinda (che nel frattempo era diventato un seguace del Buddha) decise di seguire solo sé stesso. Il suo pellegrinaggio lo portò a conoscere la ricca Kamala che diventò sua consigliera ed amante, trovò lavoro presso un mercante ed il lavoro lo trasformò in uomo  ricco. Ma i possessi materiali lo allontanarono ancora di più da sé stesso tanto che un giorno preso dalla disperazione fuggì da Kamala e dalle sue ricchezze e giunse presso un fiume dove il barcaiolo Vasudeva lo accolse come apprendista. Il barcaiolo si rivelò come un santo, un illuminato, che ha trovato nel fiume un maestro, le sue parole piene di calma ed amore aiutarono Siddharta a capire che la sua ricerca era finita. Dopo la morte di Vasudeva Siddharta trova finalmente la pace infinita, e ritrova l’amico Govinda a cui spiega come tutto nella vita ritorna, tutto è interconnesso, in ogni peccatore c’è un Buddha e viceversa, e che la felicità è vivere in questo eterno presente.

Ho sempre trovato la ricerca solitaria di Siddharta un atto di forza ed il giusto approccio alla ricerca spirituale che non deve essere troppo coinvolta in rituali vuoti di significato. La ricerca spirituale è sempre una ricerca personale (tanto cara ad Hesse); siamo noi a cercare e nessuno può sostituirci nella ricerca. Ciò non vuol dire disprezzare o rinnegare le discipline spirituali che invece sono molto utili per donarci forza e stabilità quando però non ci rinchiudano in dogmi e regole che spesso portano la persona a vivere schiava invece che libera. Così come non va negato l’arrivo di una persona, un mentore, nel caso di Siddharta incarnata dal saggio Vasudeva che illumina il suo cuore con la sua semplicità ed il suo amore per ogni cosa. Ovviamente decisivo fu l’incontro con il Buddha che attraverso i gesti, gli sguardi e la pace nei suoi occhi fece capire al giovane Siddharta che le sue stesse parole non fossero così importanti perchè in fondo “le opinioni valgono poco”. Siddharta riconoscerà negli ultimi anni della sua vita che molteplici furono i suoi maestri, da tutti imparò qualcosa e tutte queste esperienze ed incontri lo portarono alla consapevolezza e ad una profonda pace interiore.

Herman Hesse ha saputo racchiudere gran parte degli insegnamenti induisti, buddhisti e tantrici in un libro poetico, profondo, illuminante che ha portato e continuerà a portare pace nel cuore di molti lettori. Consiglio a tutti la sua lettura soprattutto a coloro che vogliono iniziare un cammino di ricerca spirituale.

A presto
Maitreya