“Nessun amore è possibile eccetto l’amore per il Sé. Nessun sé è reale salvo il Sé che tutto abbraccia. Per questo Dio è amore perchè ama se stesso.”
Mikhail Naimy
Tra le Montagne Lattee al di sopra del Picco dell’Altare si trovano delle rovine di un antico e misterioso monastero conosciuto come l’Arca. Secondo la leggenda il monastero fu fondato dal figlio di Noè, secondo il volere del padre che stabilì un unica regola: il monastero doveva avere sempre e solo nove monaci come nove furono i compagni dell’avventura sull’arca. Quindi alla morte di uno dei monaci si doveva aspettare l’arrivo di un nuovo compagno e secondo la regola si doveva accettare chiunque senza riserve. Il monastero crebbe in richezza grazie alle donazioni per lunghi secoli. Un giorno uno dei nove morì ed a lungo si aspettò l’arrivo di un nuovo compagno, ma nessuno si presentò. Passarono gli anni ed un giorno si presentò alla porta un vagabondo, senza vestiti e con il corpo sporco; l’abate del monastero Shamandam non lo accettò come nuovo compagno considerandolo di rango inferiore rispetto ai compagni dell’Arca, ma il viandante insistette conoscendo le regole del monastero, finchè l’abate si arrese, ma lo accettò solo come un servo. Per la prima volta nella storia dell’Arca ci furono otto monaci ed un servo.
Passarono gli anni ed un giorno il servo si rilevò come essere un maestro illuminato di nome Mirdad che iniziò ad istruire i compagni dell’Arca secondo una visione del mondo e della vita del tutto nuova e rivoluzionaria. Dopo pochi anni il monastero perse tutte le sue ricchezze ed i monaci sotto la guida di Mirdad lasciarono il monastero per andare a diffondere la parola per il mondo e Shamandam fu condannato ad aspettare per secoli l’arrivo di un viandante nudo e nullatenente al quale avrebbe dovuto consegnare il libro con gli insegnamenti di Mirdad che fu scritto da uno dei compagni durante la permanenza del maestro nel monastero.
Il protagonista della storia (forse l’alter ego dell’autore) incuriosito dalla storia di questo misterioso abate, che come un fantasma, era stato visto da alcuni abitanti della valle aggirarsi tra le rovine dell’antico monastero, decise di risalire la cima seguendo il sentiero piu difficile. Arrivato infine alla vetta dopo lunghe peripezie che lo lasciarono nudo e senza cibo, finalmente si trovò di fronte a Shamandam: l’ex l’abate dell’Arca che gli consegnò il libro.
Qui inizia il libro ed il vero insegnamento trasmetto da Mirdad agli otto compagni. Mirdad parla di amore, morte, soldi e possessi, attaccamento e soprattutto della Suprema Consapevolezza. Nulla è piu importante di essa, perchè vivendola è possibile discernere tra ciò che è utile alla nostra vita e ciò che non lo è poichè transitorio e passeggero. Mirdad insegna che il volere universale non segue le regole dell’uomo e che ogni nostro gesto, ogni nostra azione porta con sè una conseguenza.
Mirdad ci ricorda che siamo parte del mondo, se condanniamo la società stiamo condannando noi stessi, facendo del male agli altri facciamo del male a noi stessi. Le nostre scelte sono anche le scelte della collettività e viceversa.
“Nessun sé è reale salvo il Sé che tutto abbraccia”, quindi ogni sensazione di separatività è illusoria ed è la radice di ogni nostra sofferenza perchè ogni volta che ci sentiamo separarti dalla natura che ci circonda e dalle persone attorno a noi in qualche modo genereremo paura, diffidenza ed una aggressività che serve solo a mantenere vivo il nostro ego.
Il libro di Mirdad è un libro raro, una gemma che risplende tra la moltitudine dei libri di spiritualità, lo stesso Osho lo considerava uno dei più bei libri mai scritti. La sua peculiarita è che non appartiene a nessuna filosofia nè a nessuna religione , il suo insegnamento va al di là delle restrizioni dei dogmi e delle credenze. Il libro ci trasmette un’insegnamento eterno che ognuno di noi può vivere portandolo nella vita quotidiana, nei piccoli gesti, trasformando azioni comuni in atti d’amore, trasformando la paura in gioia, aiutandoci a seguire il sentiero che dall’ignoranza ci porta alla Suprema Consapevolezza.
A presto
Maitreya