“La libertà dell’uomo è definitiva ed immediata, se così egli vuole; essa non dipende da vittorie esterne, ma interne.”
Paramahansa Yogananda
Le sei virtú sono come il nettare per le api, vitali e necessarie, ma nonostante la loro pratica a poco servono se non possediamo un grande desiderio di liberazione. La parola Mumukshutva deriva dalla radice Moksha che significa liberazione o relizzazione dell’essere. Un saggio disse che ogni desiderio è in realtà una schiavitù, e che per raggiungere la liberazione dovremmo essere liberi dai desideri, anche dal desiderio stesso di liberazione, ma se non facciamo uno sforzo per conseguirlo non arriveremo mai a nulla. Il desiderio di liberazione non va inteso dunque come un’ossessione, ma come una direzione da seguire; quando la nostra mente resta centrata sull’importanza di dare un senso spirituale alle nostre attività quotidiane è ovvio che tutte le azioni che faremo proverranno da un senso di appartenenza che ho citato nei precedenti articoli, se non ci sentiamo parte integrante dell’universo difficilmente potremo vivere in forma armonica. La disciplina spirituale serve per purificare poco a poco le nostre menti e permetterci un giorno di vivere in forma rilassata perchè essa diventerà parte integrante del nostro essere, passeremo quindi da una fase di sforzo a una fase di non-sforzo; questa è la grande contraddizione e allo stesso tempo la grande bellezza del cammino spirituale: per poter capire il rilassamento totale dobbiamo passare per un grande sforzo. In questa fase di rilassamento della nostra vita inizieremo a sperimentare grande gioia che sboccerà dal nostro essere senza bisogno di fare, non proverrà dal risultato delle nostre azioni, ma come ci ricorda Yogananda dal nostro interno e solo questa deve essere considerata una grande vittoria perchè sarà definitiva. Siamo esseri umani e la nostra vita è fatta da alti e bassi, lo yoga ci insegna a non scendere troppo in basso e a non salire troppo in alto, ma seguire un cammino con costanza, tanta pazienza e con il cuore pieno di fede.
Desiderare la liberazione significa soppesare le situazioni in cui ci troviamo. La situazione è sempre di per se neutra, come noi reagiamo alla situazione ovviamente dipende da quanto siamo schiavi dei nostri attaccamenti e delle nostre emozioni. Ciò dipende in gran parte da quanto questo desiderio di ascesa spirituale sia forte in noi. Se sei finito a leggere questo blog è perchè dentro di te c’è un desiderio, c’e una voce interna che ti sta suggerendo di cambiare, ancora non ne sei convinto perchè mille domande ti ronzano nella testa, e vorresti avere tutte le risposte in questo momento. Un giorno scoprirai che le più grandi domande della nostra esistenza: chi siamo? Dove andiamo? Qual’e il senso ultimo della nostra esistenza? Siamo soli nell’ universo?…..; non sono cosi importanti e possono essere benissimo lasciate senza risposta perchè solo il nostro ego vuole una risposta definitiva, chi è in pace con se stesso non si pone più questo tipo di domanda e vive giorno per giorno affrontando le gioie ed i dolori con uguale equanimità cercando di non immergersi troppo né in una né nell’altra, ma lasciando che queste sensazioni lo attraversino senza cambiare troppo il suo essere.
Con questo articolo chiudiamo l’approfondimento su Subecha ovvero il desiderio della verità che è il primo dei 7 stadi della nostra conoscenza. Gli altri 6 stadi sono considerati avanzati e non saranno descritti in questo blog perchè la persona che raggiunge il secondo stadio non ha più bisogno di essere guidato.
A presto
Maitreya