“La cosa migliore e più sicura è avere equilibrio nella tua vita, riconoscere i grandi poteri attorno a noi ed in noi. Se riesci a farlo, e vivere in quel modo, sarai davvero una persona saggia.”
Euripide

L’ultima delle 6 virtú é Samadhana che significa letteralmente concentrazione, stabilità o equilibrio mentale. Questo equilibrio puó essere raggiunto solo dopo aver integrato le altre 5 virtù nella nostra vita e senza le quali la nostra mente sarà sempre più o meno instabile.  La maggior parte di noi ha una mente instabile perchè in qualche modo è ancora incerta su quale sia il suo vero obbiettivo nella vita: c’e chi cerca fama, potere, ricchezza, sesso, stabilià emozionale, viaggi ed esperienze. Pochi sono certi della loro fede e della connessione con il mondo spirituale, pochi sanno che l’obbiettivo ultimo e più imporatnte della nostra vita è riconoscere che non siamo nè il nostro corpo nè la nostra mente, ma l’osservatore, la coscienza che sta al di sopra di essi. Per raggiungere questa consapevolezza bisogna fare un lavoro su noi stessi per mezzo di una pratica spirituale. Gli individui quindi che riconoscono questa nostra natura divina vedono in ogni cosa ed in ogni situazione una esperienza che può avvicinarli verso la consapevolezza e quindi saranno meno preoccupati di essere malati o di non avere abbastanza soldi, di non essere amati, di non sapere cosa fare nella vita etc.

Sappiamo dare il giusto peso allle esperienze della nostra vita? Passiamo la maggior parte del nostro tempo a pensare a ciò che non possediamo, a come gli altri ci vedono, a giudicarci inferiori perchè malati etc. Quanto tempo delle tue giornate è dedicato a ringraziare l’esistenza per tutto ciò che ti ha dato? Quanto tempo è dedicato all’ascolto puro, alla meditazione? Lo so che tra il lavoro ed i figli non hai mai tempo, ma purtroppo ti giochi anche il poco tempo libero che hai per leggere notizie inutili o fare attività che non ti arrichiscono, cerchi solo una distrazione momentanea: informazioni in rete, un film al cinema, una pizza con gli amici; non sono contro nessuna di queste attività però dovrebbero essere ridotte per poter dare del tempo a te stesso ed alla tua cescita. 

La conoscenza del sè puo germogliare solo in una mente sattvica, libera dai desideri dei sensi (che ripeto non significa negare i piaceri ma viverli con consapevolezza), appassionata a ciò che fa, una mente che riconosce i suoi limiti e che coltiva ogni giorno la contemplazione e la gioia nonostante tutte le avversità presenti nel quotidiano. L’ignoranza primaria cioè l’identificazione con i nostri pensieri resta l’ostacolo primario da superare, ogni giorno quindi dobbiamo rendere la mente concentrata solo sulla conoscenza del sè che è poi l’unica cosa che conta realmente. Tutto il resto: soldi,  lavoro, la nostra salute e le nostre relazioni dovrebbero sì impegnare le nostre energie, ma sempre con la consapevolezza che tutto è impermanente e che fa parte di quello che chiamiamo comunemente Maya ovvero l’illusione di questa vita materiale.

Dentro di noi quindi dovremmo coltivare un ardente desiderio di liberazione da queste prigioni che ogni giorno ci creiamo. Questo desiderio è chiamato in sanscrito Mumukshutva, che sarà l’argomento del prossimo articolo.

A presto
Maitreya