“Se in mezzo alle avversità il cuore persevera con serenità, gioia e pace, questo è l’amore.”
Santa Teresa d’Avila
Durante i primi anni di pratica spirituale è facile sentirsi bene perchè i benefici sia corporali che fisici non tardano ad arrivare; quando la pratica diventa stabile però si è soliti arrivare ad un livello che io chiamo “l’altipiano” dove camminiamo in orizzontale per lunghi mesi o anni senza più sperimentare quella piacevole sensazione di crescita spirituale. Tutto indicherebbe una fase di stallo ed è in questa fase in cui molti cadono, si arrendono o credono di aver percorso un cammino sbagliato. La parola Titiksha in sanscrito significa perseveranza o tolleranza, ed è proprio questa qualità che distingue chi seguirà il cammino verso il Sé per tutta la vita da coloro che si arrenderanno davanti alle prime difficoltà. Il cammino verso la conoscenza di sé stessi non è sempre una piacevole passeggiata nei boschi, ma è fatta anche da oscure notti di tormenta.
Titiksha ci invita a non lamentarci della situazione presente per quanto essa possa essere avversa nei nostri confronti e ci invita a non sentirci frustrati anche quando le persone attorno a noi ci trattano male nonostante il nostro atteggiamento verso di loro sia positivo e giusto. Dobbiamo quindi agire con amore che come ci ricorda la grande santa Teresa d’Avila significa perseverare nella gioia e nella pace nonostante ci troviamo tra tante avversità. Se seguiremo il cammino con fede non possiamo perderci e il premio finale sarà la gioia di vivere e di trovare in ogni circostanza qualcosa di positivo, qualcosa che ci possa far crescere.
Le persone perseveranti sono quelle che sempre vedono gli ostacoli come delle sfide e non come delle condanne, per questo imparano a reagire in modo costruttivo ad ogni circostanza adattandosi rapidamente e al meglio. Il cambio è inevitabile: il nostro corpo invecchia, ci ammaliamo, alcune persone care ci lasciano……la domanda è come reagisci di fronte ad ogni situazione? Tendi a lamentarti o a trovare velocemente una soluzione?
Se cadiamo nello sconforto la situazione in cui ci troviamo di certo non migliorerà quindi la corretta discriminazione ci aiuta a distinguere il momento presente dalla nostra personalissima analisi di quest’ultimo che può portarci a viverlo in forma costruttiva o distruttiva. Noi siamo i soli responsabili di come reagiamo al presente quindi su questa capacità di adattamento dobbiamo lavorare con costanza e con pazienza. L’uomo paziente sa aspettare, sa che irrigando il seme esso un giorno germoglierà e si trasformerà in una pianta alta e forte, in egual modo egli coltiverà il suo carattere che con il tempo si farà forte e robusto. Purtroppo la pazienza è difficile da coltivare in questo mondo così accelerato, con l’arrivo di internet e dei cellulari nessuno ha più la capacità di aspettare, siamo abituati ad avere tutto e subito e questo sta generando non pochi problemi sopratutto alle generazioni più giovani. Esaudire i propri desideri dona solo un gioia temporanea, poi la mente subito ricade nello stesso ciclo di desiderio, attesa e frustrazione.
La perseveranza è strettamente legata alla fede (Shradda in sanscrito), la quinta delle 6 virtù che vedremo nel prossimo articolo.
A presto
Maitreya