“Libera il tuo corpo dalle impurità, il tuo parlare sia sincero e dolce, prova amicizia per il mondo e con umiltà cerca il benessere e la conoscenza.”Tirumalai Krishnamacharya

Vediamoli assieme:
1) SAUCHA – Purezza
Il primo dei Niyama riguarda in primis la pulizia del corpo fisico, per questo nella routine mattutina lo yogi oltre a pulirsi i denti pulisce la lingua e le narici nonché mantiene pulito lo stomaco e l’intestino con una dieta leggera ed equilibrata evitando eccessi e sostanze intossicanti. Per mantenere pulito il tratto respiratorio inoltre si dovrebbe eseguire ogni giorno qualche esercizio di pranayama. La pulizia deve essere anche mentale quindi evitare di leggere giornali, vedere film violenti o leggere libri che non portino al nostro benessere e alla crescita personale ed infine evitare il contatto con persone che non praticano a meno che queste vengano a chiedere consigli sulla pratica.
2) SANTOSHA – contentezza
Contentarsi ed accontentarsi sono parole simili, ma con sfumature diverse. Accontentarsi è più legato ad un concetto di rassegnazione, mentre contentarsi significa gioire dei propri possessi in modo naturale. Per viverlo appieno dobbiamo imparare a lasciare andare il passato, tutto ciò che hai fatto è servito a renderti la persona che sei oggi, e se questo oggi è per te un momento di crisi significa che è esattamente ciò di cui hai bisogno per trascendere il tuo ego. Perdona tutti coloro che ti hanno fatto del male e sopratutto perdona te stesso per i danni fatti al tuo corpo ed alla tua mente. Niente è sbagliato, tutto è servito e ti ha portato qui in questo momento a leggere queste righe, il che significa che stai già cercando qualcosa di più del mondo materiale.
3) TAPAS – autodisciplina e purificazione
Tapas è un concetto molto antico, precedente agli yoga sutra di Patanjali. Tapas che significa letteralmente “calore” indica la purificazione della mente e del corpo attraverso una vita semplice ed austera. Per l’uomo moderno questa austerità non significa ritirarsi in una grotta dell’Himalaya, ma seguire un’autodisciplina che ci renda leggeri ed equilibrati. In questo modo controlleremo e purificheremo gli impulsi che sono dentro ognuno di noi e e che ci spingono a perderci nel piacere dei sensi. Tapas dona vigore, forza e fiducia in sé stessi.
4) SVADHYAYA – studio di sé stessi
La conoscenza di sé stessi deve essere praticata ogni giorno durante la meditazione e la auto-osservazione costante. In questo niyama inoltre si suggerisce la lettura di testi sacri che possono aiutarci a trascendere la mente ed avvicinarci a questi stati espansi di coscienza. Personalmente per chi è interessato allo yoga suggerirei di partire con gli “yoga sutra” di Patanjali e la Baghavad Gita, ma davvero possiamo spaziare in un enorme biblioteca, sta a noi scegliere quali siano i libri che più ci possono aiutare indipendentemente dal credo o dalla religione a cui appartengono sempre che siano libri che parlino di unione, amore e fratellanza tra gli uomini.
5) ISHWARAPRANIDHANA – devozione senza fine.
Ishwara è letteralmente “il divino” come si presenta in questa illusione chiamata dagli antichi hindù Maya, quindi significa vedere tutta la materia che ci circonda come parte di un unica sorgente che ci accomuna. Siamo esseri spirituali che hanno un esperienza umana e non il contrario quindi l’unico modo per sperimentare la pace è arrendersi, il che non significa non compiere azioni o rinunciare, ma anzi significa vivere pienamente senza preoccuparci del risultato delle nostre azioni, infatti quando esse non sono guidate dal nostro ego tutto fluisce in modo naturale. Siamo foglie su di un albero, basta un colpo di vento un po più forte del normale per farci barcollare o cadere, siamo fragili questa è una realtà, e non abbiamo il totale potere sulla nostra esistenza; anche se è molto importante prenderci cura del nostro corpo fisico dobbiamo capire che ugualmente invecchieremo e moriremo come il resto dell’umanità.
a presto
Maitreya