“Il Tao che può essere detto non è l’eterno Tao, il nome che può essere nominato non è l’eterno nome”
Lao Tzu
Uno dei libri spirituali più antichi e profondi dell’umanità è sicuramente il “Tao Te Ching” scritto da Lao Tzu nel 6 secolo a.C. Lao Tzu fu un uomo straordinario e diventò una figura molto venerata nella cultura Cinese, infatti il nome Lao Tzu è in realtà un titolo onorario che significa letteralmente “vecchio maestro”. Il primo verso (citato ad inizio articolo) della sua più grande opera è sconcertante per molti, ma definisce esattamente che cosa sia la spiritualità; Tao o Dao significa semplicemente VIA. Vivere secondo le leggi del Tao quindi ci porta ad essere testimoni del flusso della vita, ed a lasciarci trasportare dall’intuito (vedi i due emisferi) perchè come direbbe lo stesso Lao Tzu “non agendo non esiste niente che non si faccia”. Invece di vivere e sforzarci di essere possiamo semplicemente lasciarci penetrare dalla vita, e senza sforzo le cose prenderanno la direzione che devono prendere. La non azione non è intesa quindi nel non fare nulla durante la nostra giornata, ma nell’agire solo secondo la necessità del momento presente il che implica però di non fare nulla quando nessuna azione è necessaria.
Quando chiedo alle persone “chi sei?” molti mi rispondono con il loro lavoro o con la loro nazionalità, o con il ruolo che svolgono nella società come padre, figlio….etc. Attenzione perchè la definizione stessa ci incasella in una gabbia molto limitata e purtroppo la nostra vita è spesso definita da queste gabbie, ad esempio per il fatto di essermi laureato in una qualsiasi specialità non deve per forza ridurmi ad essere ciò che ho studiato, tutto quello che facciamo nella vita fa parte del nostro bagaglio di esperienze che ci aiutano ad esprimerci meglio nel nostro presente. La nostra vita cambia costantemente, possiamo cambiare lavoro, paese di residenza, possiamo cambiare idee, possiamo abbandonare la rabbia e diventare persone pacifiche, possiamo passare da assassini a santi come fece San Paolo. L’etichetta di fatto ci blocca e ci nega, perchè impedisce a tutto il resto del nostro potenziale di esprimersi in forma libera. Lo stesso può essere detto per l’esistenza stessa, se la definisci la neghi per questo il Tao non può essere detto perchè il nostro linguaggio è duale, il linguaggio per definizione separa gli oggetti e li incasella sotto determinati nomi, questi nomi ovviamente non sono gli oggetti descritti, sono semplici parole che servono a portare la mente a pensare ad una determinata cosa. Negli stati meditativi però si arriva a sperimentare quella che viene definita come “la non mente”, alcuni utilizzano un termine molto di moda “mindfullness” che in realtà non spiega nulla perchè la mente deve essere vuota e non piena. In questo stato senza mente analitica possiamo osservare ciò che ci sta attorno senza emettere giudizio, possiamo osservare noi stessi senza il bisogno di definirci. L’infinito, l’immenso, l’eterno, dio, l’essere, l’energia sono tutti sinonimi e sono solo parole che posso evocare quello che si sperimenta quando la mente entra in uno stato di quiete.
Spesso e volentieri osservandoci ci condanniamo, dicendo, siamo troppo alti o bassi, magri o grassi, non siamo abbastanza intelligenti, non siamo abbastanza fortunati, siamo deboli…..etc. Tutte queste sono solo definizioni mentali che noi stessi ci diamo o che altre persone ci dicono e noi purtroppo ci crediamo. In realtà il tuo potenziale è quasi infinito e dico quasi perchè ci sono dei limiti fisici che non possono essere superati tipo scalare una montagna a 80 anni senza avere esperienza previa durante la vita. Una delle mie professoresse di Italiano un giorno mi chiese se a casa mia si parlasse italiano perchè secondo il suo giudizio i miei temi erano a dir poco disastrosi così sono cresciuto pensando “non sei capace a scrivere”, il mio subconscio ci ha creduto per anni. Il subconscio può però essere cambiato ed il nostro potenziale può esprimersi anche in quelle arti dove pensavamo di essere negati e non c’è bisogno di diventare famosi, non servono riconoscimenti dall’esterno, se senti di voler fare una cosa, se non ti interessa diventare ricco e famoso la tua diventa un arte libera, ti da gioia nel farlo perchè il risultato non conta, ma conta solo l’atto stesso. Ovviamente non mi sento uno scrittore, il nome ancora una volta mi imprigionerebbe in qualcosa che non sono né voglio essere.
I grandi maestri yogi alla domanda “chi sei?” dopo aver riso di gusto normalmente rispondono “Sat-Chit-Ananda” ovvero “esistenza, conoscenza e beatitudine infinita” che è forse uno dei pochi modi per rispondere completamente a questa domanda che altrimenti andrebbe lasciata senza risposta. Per rispondere con sincerità a questa domanda bisogna aver prima preso coscienza di non essere il flusso di pensieri nella nostra mente. Per alcuni il risveglio avviene grazie ad una profonda crisi o malattia, per altri dopo anni di pratiche spirituali, non importa il come, ma capire che la nostra esistenza ha come fine ultimo la realizzazione del sé.
A presto
Maitreya