“Ogni giorno fai almeno un passo ben definito verso il tuo obbiettivo”
Bruce Lee

Secondo la filosofia Vedanta che sta alla base dello yoga esistono 4 obbiettivi fondamentali della vita umana. Questi obbiettivi sono così fondamentali che ogni persona è motivata da essi lungo il proprio cammino. L’attaccamento ad alcuni di questi obbiettivi pero è la fonte della stragrande maggioranza dei nostri problemi e delle nostre sofferenze. Essi sono:

  1. Kama (piacere)
  2. Artha (prosperità o sicurezza)
  3. Dharma (dovere o etica)
  4. Moksha (liberazione)

Mentre i primi 3 esistevano già nei più antichi testi vedici e sono legati indissolubilmente alla vita quotidiana, l’ultimo fu introdotto nelle Upanishads (quarta e ultima parte dei Veda) quando l’uomo si orientò verso la ricerca di elevazione della coscienza. Seguire i Purushartha quindi aiuta a vivere una vita più equilibrata e in armonia con l’universo che ci circonda aiutandoci inoltre a definire e perseguire, un passo alla volta come suggerisce Bruce Lee, i nostri obbiettivi.

KAMA

Kama significa piacere. Il piacere è ciò che in qualche modo guida la vita degli esseri umani, tutti in qualche modo cercano in una forma o l’altra uno stato di benessere e piacere per sè stessi e per le persone  care. Questa ricerca di piacere si manifesta nella gioia, nell’arte nella bellezza, nella sessualità. Questi desideri non vanno repressi ma anzi bisogna viverli con profonda consapevolezza, bisogna osservarli per capire cosa dobbiamo imparare in questa vita. Alcuni di questi piaceri ci aiuteranno a compiere il nostro Dharma che vedremo nello specifico a breve. Infatti le domande che ci dobbiamo porre sempre sono: “Sono questi piaceri allineati allo scopo della mia vita? quali di essi mi rendono pigro, ansioso, quali di essi mi generano più attaccamento? Durante i miei pellegrinaggi ho visto parecchie persone prender rifugio in monasteri o ashram vivendo questa esperienza come una fuga. Se sei una persona sessuale è inutile che diventi monaco, non è reprimendoti che arriverai alla liberazione, è solo quando il desiderio è soddisfatto che si può trascenderlo. Il tuo unico problema è l’attaccamento, nulla nella vita genera attaccamento tranne la tua mente quindi il problema è nei tuoi pensieri e non nell’oggetto del desiderio. Impara ad osservarti, ad amarti, ad accettare profondamente la tua ricerca di piacere senza il giudice che ti controlli costantemente.

ARTHA

La prosperità è fondamentale per sostenere Kama. Senza di essa non ci sarebbe possibile portare piacere nella nostra vita. Prosperità è intesa anche nel senso di sicurezza per questo molti di noi utilizzano la parola “sicurezza economica”. Ogni animale che vive in questo pianeta cerca a suo modo una tana, un rifugio, un luogo in cui può riposare e far crescere i propri figli. Ognuno di noi ha una casa, pochi vivono senza di essa, anche i viaggiatori prendono rifugio in case di altre persone. Alcune persone credono che la spiritualità sia legata alla povertà ma dimenticano che le persone più illuminate della storia venivano dai ceti alti o comunque medi, avevano quindi accesso ad una certa conoscenza, sapevano leggere e scrivere (2000 anni fa saper leggere e scrivere era una ricchezza!!). Senza Artha non è possibile compiere il nostro Dharma in questa vita. Tutto dipende quindi dal nostro ruolo, se sono un broker finanziario allora avrò bisogno di una giacca e di una cravatta, se sono un maratoneta avrò bisogno di scarpe adatte alla corsa. Per un praticante yoga aver tempo ed un luogo tranquillo per la propria sadhana (pratica spirituale) è già di per sé una ricchezza. Questa ricchezza però non è accumulo, nè avarizia, ma semplicemente avere il giusto per non dover passare il tempo pensando a come riuscire ad arrivare alla fine del mese. Questa ricchezza si genera ovviamente quando siamo collegati alla nostra sorgente e siamo profondamente felici di compiere questo cammino: la felicità genera ricchezza e non il contrario. Ho conosciuto molte persone ricche nella mia vita, pochi di loro erano veramente felici, e chi lo era era perché non erano per nulla attaccati ai loro soldi, ma li usavano semplicemente come un mezzo per vivere una vita piena e felice. Chiediti ora se il tuo lavoro è utile agli altri, se le tue capacità sono in linea con esso, altrimenti ti stai sforzando di essere qualcosa che non sei o stai cercando la sicurezza economica prima di cercare la tua felicità fallendo probabilmente entrambi gli obbiettivi.

DHARMA

Siamo nati in una particolare zona geografica ed in un particolare contesto sociale per compiere quello che è il nostro destino. Non ci possiamo sottrarre a questo impulso che ci ha portato dove siamo oggi, la maggior parte delle nostre sofferenze sono derivate dal fatto di voler vivere una vita che non rispecchia il nostro Dharma. Dharma quindi è in qualche modo il vero motivo per cui siamo venuti al mondo. Le nostre azioni quotidiane, il nostro lavoro o i nostri hobby, tutto fa parte di un cammino che si deve compiere. Per questo Lao Tzu diceva di essere fluidi come l’acqua, l’acqua infatti scende a valle seguendo il cammino del minimo sforzo fino a fondersi con il mare. La famiglia in cui sei nato è la tua responsabilità quindi abbine cura. Se sei una madre o un padre il tuo dharma sarà quello di crescere tuo figlio, se sei un imprenditore il tuo dharma sarà quello di far fiorire la tua azienda e dar da lavorare ad altre persone. Non c’è giudizio nel dharma, ognuno ha il suo e solo al suo dovrebbe guardare, criticare gli altri è indice di una mente debole e disconnessa. Tutto cambia quindi il nostro compito su questa terra cambia durante le varie fasi della nostra vita, sta a noi essere flessibili e cambiare con essa per generare il minor attrito possibile e quindi ridurre la nostra sofferenza.

MOKSHA

Moksha è il fine ultimo della nostra esistenza. Senza essere allineati ai primi 3 obbiettivi della vita esso diventa irraggiungibile. Il problema che esso non è un vero e proprio obbiettivo da raggiungere nel futuro, esso è la nostra vera natura, è già presente ma ce ne rendiamo conto solo quando ci svegliamo. Questo risveglio può avvenire solo con la costante disciplina spirituale e la conoscenza profonda di sè stessi. Se credi di conoscerti ma ancora soffri allora mi dispiace contraddirti ma non sei quello che credi di essere. Siamo cosi identificati con il nostro corpo fisico e la nostra mente che non vediamo più in là del nostro naso. Liberazione significa arrivare in uno stato di quiete dove semplicemente non viviamo ma “siamo vissuti” dall’esistenza, ci lasciamo penetrare dal nostro destino ed usiamo la mente solo per adattarci il meglio possibile alle situazioni presenti. Queste non sono idee filosofiche, non vengono dalla mente, moksha è un’esperienza non un concetto che va studiato, può solo essere vissuto! Una delle via tra le tante per arrivare ad esso è la via dell’Ashtanga di Pantanjali.

Per poter raggiungere moksha i primi tre obbiettivi devono essere in equilibrio tra loro quindi l’unica strada e la costante auto osservazione. Diventa il testimone della tua esistenza e troverai la pace!

A presto
Maitreya