“Dio ti rispetta quando lavori, ma ti ama quando danzi.”
Massima Sufi
Come spesso mi capitò con il primo incontro con le piante enteogene, anche questa esperienza fu dettata dal caso. Mentre camminavo e contemplavo la meravigliosa natura di Rumi Wilco una riserva naturale a soli 10 minuti di cammino da Villcabamba (nel sud dell’Ecuador): uno dei paesi più belli ed affascinanti del sud America, incappai in due ragazzi: uno svedese conosciuto qualche giorno prima ed un ragazzo norvegese che mi disse di stare entrando a fare un ritiro con Ayahuasca, San pedro e Willka. Trovai strana la scelta di usare diverse piante nella stessa settimana (a tuttoggi è una opzione che non sceglierei), ma la parola Willka fece suonare qualcosa dentro di me. In cerca di più informazioni decisi di accompagnarlo verso la casa dello sciamano dove mi sentii bene da subito, dopo pochi minuti di attesa arrivò un uomo di media-bassa statura, tratti latini, magro, i capelli neri e radi e gli occhi brillantissimi, pieni di luce: il suo nome era Miguel. Ci sedemmo e Miguel con molta calma mi parlò della Willka.
Il suo nome scientifico è Anadenanthera colubrina: una pianta della famiglia delle Mimosacee; fu molto utilizzata dai Wari di Ayacucho, dai Tiwanaku del titicaca e dagli Inca di Cusco, sopratutto da questi ultimi veniva somministrata ai componenti della famiglia reale per aiutarli a regnare con più intelligenza e rispetto verso il popolo. Esiste in centro america una pianta molto simile: l’Anadenanthera peregrina, conosciuta come Yopo dagli effetti molto simili. La willka contiene come principale principio attivo la Bufotenina (5-OH-DMT), e come componenti minori N,N DMT (componente principale della psychotria viridis) e la 5-MeO-DMT.
Miguel mi disse che il suo spirito era simbolicamente rappresentato da una donna sui 40 anni, severa ed esigente, le sue visioni spesso erano matematiche e più “rigide” rispetto a quelle dell’ayahuasca, per questo è generalmente più temuta rispetto ad altri enteogeni. Chiesi a Miguel quale fosse la pianta da cui i semi venivano estratti e semplicemente mi fece notare che i boschi attorno a noi erano composti in gran parte dal Willco (o Villco): da qui il nome del paese Villcabamba. Il frutto della fava di queste piante è di colore viola e viene cucinato con la quinoa per ricavarne una polvere. L’assunzione avviene tramite inalazione attraverso le narici. Mi accorsi durante questa chiacchierata di essere di fronte ad un uomo schietto, calmo e di poche parole; decisi che sarei tornato per la cerimonia tre giorni dopo.
Quando arrivai erano circa le due del pomeriggio, ed un sole caldo scaldava le dolci e pacifiche colline di Villcabamba. Incontrai M. ed andammo verso il fiume, mi disse come connettermi con la sua energia, seguii sorridente il suo rituale, mi bagnai il capo e le spalle con la sua acqua, cercammo di stare in silenzio il più possibile ascoltanto quel dolce gorgoglio. Verso le 3 del pomeriggio ritornammo verso la casa di Miguel e ci preparammo per la cerimonia. Miguel e la sua compagna C. stavano seduti di fronte a noi, Miguel ci ringraziò per la possibilità di aiutarci e si avvicinò a M., soffiò la Wilca attraverso le sue narici per mezzo di una cannuccia ed arrivò davanti a me, mi soffiò prima nella narice destra e poi nella sinistra, mentre soffiava io inalai per permettere alla medicina di entrare più facilmente: la sensazione non fù gradevole, ma abbastanza sopportabile. Mi sentii subito invadere da una forte energia, nel giro di 2-3 minuti mi accorsi di stare già entrando in un altro stato di coscienza, soffiai il naso e bevetti un pò d’acqua, cercai di rimanere seduto, iniziai a sentire una strana sensazione dentro i miei muscoli, come se una sostanza piccante mi stesse bruciando, mi sentiii molto caldo, solo dopo la cerimonia scoprii che la Wilca è una pianta di fuoco. Mi sentii totalmente balordo, chiusi gli occhi e vidi una luce di fronte a me fortissima, la luce prendeva la forma di un volto femminile, la visione durò pochissimo, aprii gli occhi e guardai il sole sentii l’energia dei suoi raggi scaldarmi il cuore, vidi M. sdraiarsi e chiesi a Miguel se potevamo sdraiarci durante la cerimonia, rispose in modo affermativo. Iniziai a perdere il controllo del mio corpo, intanto M. si lamentava di un dolore fisico, potei percepire chiaramente questa sofferenza provenire dal suo corpo fisico. Lo vidi avvicinarsi al secchio e vomitare, lo sciamano aiutava il processo di purga accelerando il suono del tamburo e dicendo a voce alta “esci, esci, esci”. Mi accorsi dei colori attorno a me, tutto era più nitido, la luce del sole così splendente che quasi mi accecava, cercai di concentrami su me stesso e sull’esperienza, sentii la pianta darmi forza, mi sentii forte ma allo stesso tempo ancora confuso, sentii un impulso a vomitare, mi sedetti e cercai il secchio, mi avvicinai, cercai di vomitare, ma solo tossii fortemente; sentii di tutti i modi la sensazione di una profonda pulizia del mio corpo e mi sentii meglio. Il mio corpo si stava rilassando ed iniziai a sbadigliare profondamente, mi sdraiai nuovamente ed iniziai ad essere invaso dai suoni del bosco, il magnifico canto degli uccelli era diventato così nitido, che delizia per i miei timpani, sentii una vibrazione invadermi, scossi tutto il corpo e le gambe, la Wilca mi disse, “sei uno spirito movimentato, non giudicarti, non preoccuparti di cosa pensano gli altri, oggi ti tocca ballare….“, risi ad alta voce di me stesso e delle mie paure. Sentii i profumi del bosco e gli alberi di Wilco mi sorrisero, risi piu forte. All’improvviso mi accorsi che Miguel stava suonando l’armonica, il suono era meraviglioso e si fondeva perfettamente con il canto degli uccelli che sembravano rispondere al suo suono, osservai le meraviglise nubi in cielo che presero le forme piu strane iniziai a muovere le mani al ritmo di musica, sentii la fluidità dei miei movimenti a volte vidi Miguel ridendo come se stesse suonando esattamente ciò che il mio cuore voleva sentire. Dopo la cerimonia lo sciamano mi disse che ad un certo punto le mie mani si muovevano allo stesso ritmo di quelle di M., senza che noi ce ne rendessimo conto. Mi volsi ora verso di lui e lo vidi piangere leggermente, misi la mia mano sinistra sul suo chakra del cuore, sentii il suo dolore, ma sentii anche la forza di svegliarsi, di ripulirsi, di cambiare, sentii l’energia del suo corpo toccare le mie mani, ma maggiormente potei percepire l’energia del reiki uscire da esse e penetrare nel suo corpo, e sentii come piano piano il suo spirito si fece più tranquillo. Pensai a qualcosa e mi distrassi e all’improvviso Markus disse a voce alta «bla bla bla» come se fosse un’ammonizione a non pensare troppo, subito risi pensando alle nostre menti cosi deboli e distratte; lo ringraziai e ritornai al mio lato, il mio ego si fece da parte, sentii di avere ancora una volta aver ricevuto un grande insegnamento sulla presenza.
Il suono dolce dell’armonica si spinse verso il mio interno, mi sentii forte, caldo e sicuro, ringraziai questi meravigliosi momenti in Villcabamba, i suoi boschi, la sua pace e la sua fantastica medicina ed inziai ad ascoltare Miguel che stava suonando il gong e la sua ragazza un tamburello. Assunsi una posizione seduta con le gambe incrociate, sentii questa vibrazione del gong invadermi, iniziai a sentire il mio corpo vibrare molto forte, ero ad occhi chiuso anche se a questo punto i ricordi non sono ben chiari perchè è fu come uscire dallo spazio-tempo. Iniziai a muovere le mani, sentii la fluidità dei miei legamenti che letteralmente scomparvero, inziai a muovere braccia testa e corpo, mi sentii dissolvere, la pianta a suo modo mi insegnò a fidarmi e a lasciarmi totalmente andare, lo feci e fu come scomparire completamente, mi sentii come un elettrone scagliato all’interno di una galassia lontana vibrante e piena di luce, sentii la mia connessione con il corpo e la mente scomparire, non ero piu io, ero di nuovo in un viaggio astrale lontano da questa terra, immerso nel suono, le poche immagine che captai erano solo relative al suono, vidi scintille di luce che si muovevano al ritmo della vibrazione, mi sentii parte dell’universo, poi non provai più nulla, non ci furono nè sensazioni, nè pensieri solo l’unica costante era la vibrazione, senza fine, immerso in questo infinito universo vibrante, mi sentii libero, sena limiti!! In quei pochi minuti capii così tante cose su di me e la mia vita che in queste parole non c’è abbastanza posto per tutto, resta solo l’esperienza di essere entrati in sè stessi così profondamente che non è più possibile ignorare la bellezza delle nostre anime.
La musica si fece più lenta e finì, mi ricordai di essere nel mio corpo a Vilcabamba, aprii lentamente gli occhi e mi sdraiai. Sentii un caldo intenso mi tolsi prima la maglietta e poi anche i pantaloni e restai in boxer senza vergogna, in pace con me stesso e con gli altri, setii che l’ effetto della pianta stava velocemente svanendo: la pianta mi donò uno stato di lucidità mentale che durò per varie settimane. Mi sedetti in meditazione ed ascoltai M. cantare una canzone per bambini, era bello ascoltare il bambino dentro di lui finalmente esprimersi senza giudizio. Passò ora Miguel e ci benedisse con il fumo e con dell’acqua di fiori e disse “la mama Willka sana todo!”, lo guardai e sorrisi non potendo che confermare le sue parole. Miguel si avvicinò e ci mostrò il piccolo contenitore metallico dove custodiva la polvere di Willka: era stato probabilmete un contenitore di mentolo di quelli che vendono in farmacia, sul lato ci fece notare la scritta “extra fuerte” e lui ripetè la parola “extra fuerte!” ad alta voce facendoci scoppiare entrambi in una risata, cogliendo l’allusione alla potenza della willka . Quando C. disse di non aver mai visto qualcuno muoversi in quel modo con la Willka, Miguel aggiunse sorridendomi “has bailado con la medicina!”. Mi alzai e passeggiai per il giardino, annusai i limoni che pendevano dalla pianta, mi sdraiai nel giardino e mi persi nella meraviglia delle nubi sopra di me, sentii solo pace e armonia Dopo aver scambiato qualche parole con i presenti cenammo tutti assieme. Più tardi, sotto la pioggia tornai lentamente verso casa, godendomi ogni passo, ogni respiro, e ogni suono emesso dagli abitanti di quei boschi antichi.
a presto
Maitreya