“La differenza tra un guerriero e un uomo comune è che l’uomo prende tutto come una benedizione o una sciagura, mentre il guerriero prende tutto come una sfida, e le sfide non sono né buone né cattive: sono semplicemente sfide…”
Carlos Castaneda
Il guerriero è una figura che esce da molte tradizioni del mondo: in alcune il guerriero rappresenta solo un combattente, ma per altre rappresenta un’atteggiamento nei confronti della vita. Grandi autori hanno parlato della via del guerriero, da Castaneda a Dan Millman, in questo caso in un senso più pacifico e spirituale. Il guerriero non è da intendersi nel presente articolo come una persona violenta e facile all’ira, ma nel senso spirituale del termine: una persona leale e vigile, attenta alle sue azioni, una persona che si prende la totale responsabilità delle sue azioni. Per distinguere il cammino del guerriero da quello del monaco bisogna precisare che mentre il monaco vive una vita totalmente spirituale allontanadosi dalla società e prendendo rifugio in un monastero, il guerriero vive tra gli altri con tutte le responsabilità che ne conseguono (sono due cammini diversi ed entrambi importanti nella società). Il guerriero è esposto alla società quindi deve essere forte sia fisicamente che mentalmente: per questo nella pratica dello yoga (così come in altre discipline) si allenano: mente (studio della filosofia classica), corpo (con le asanas) e spirito (meditazione).
Lo scopo della via del guerriero è agire in modo impeccabile, agendo senza pensare al risultato delle nostre azioni, evitando (come ben viene spiegato nella Baghavad Gita) di agire nella non azione per esempio passando del tempo fermi a pensare a cose non utili al nostro cammino. Vivere da guerriero significa anche realizzare lo scopo della nostra vita: mettere tutte le nostre energie in ciò che sentiamo sia il nostro sentiero, qualunque esso sia. Purtroppo la società ti spingerà ad effettuare delle scelte in base al profitto ed alla sicurezza economica, chi tenta di vivere in modo alternativo spesso viene emarginato dagli amici, dalla famiglia e dal sistema in generale, ma il guerriero affronta anche questa sfida e trova l’amore in ciò che fa e la sua felicità non dipende più dal mondo esterno, ma dal suo modo di vivere in pieno la propria vita, stando attento ogni minuto che passa a quella sfida che la vita gli pone davanti: il guerriero citato da Castaneda infatti non si dà mai per vinto ed accetta la realtà senza definirla in termini di sciagura o benedizione ma semplicemente agendo ed accentando le conseguenze di tali azioni.
Quindi ora puoi farti le seguenti domande:
- sto vivendo la vita per cui sono nato?
- mi sto predendo la responsabilità delle mie azioni?
- i miei comportamenti da cosa sono dettati?
- sto accettando le sfide della vita o giudico tutto quello che mi succede?
Queste domande portano chiarezza nella nostra mente e ci aiutano a seguire il nostro sentiero, quello che è suggerito dal nostro intuito, ma che abbiamo così dannatamente paura di seguire. Inizia a capire chi sei e perchè stai agendo in un certo modo e la vita inizierà ad avere più senso: ascoltarsi di più è la chiave verso una vita più felice ed autentica!
a presto
Maitreya
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