Luce sul sentiero
Questa luce in sè stessi

Consapevolezza

Informazioni interne

“Credere in sé stessi significa ascoltare la voce della propria anima, in qualunque modo echeggi.”
Wayne Dyer

Fin da bambini i nostri educatori (genitori e professori) ci hanno a loro modo aiutato a renderci parte integrante della società. Per raggiungere tale obbiettivo hanno per forza dovuto riempirci la testa di nozioni, molte delle quali utili e pratiche per poter interagire con i nostri simili, ma ci hanno anche purtroppo tramandato la paura dell’autorità, le insicurezze e l’ignoranza primaria di non sapere di essere qualcosa di più di un semplice corpo fisico. Pochi di questi educatori ci hanno aiutato ad ascoltare la nostra voce interiore, ovvero la nostra intuizione: quante volte ti è successo di avere un’idea che le persone attorno a te hanno definito irrazionale, poco pratica o non conveniente economicamente?

I bambini a differenza degli adulti hanno molta innocenza, e più si cresce e più questa innocenza scompare perché sempre di più andiamo a caccia di informazioni esterne, quando invece molte di queste possono essere trovate dentro di noi. Per questo sarebbe più sensato educare i bambini non proibendo certe azioni o certi pensieri, ma chiedendo sempre la loro opinione, rendendoli cosi partecipi e sviluppando la loro intuizione invece di reprimerla. Leggi tutto

L’osservatore e l’effetto fisarmonica

“Sii L’Osservatore dei tuoi pensieri e del tuo comportamento. Tu sei al di là del pensatore. Tu sei la quiete oltre la confusione mentale. Tu sei l’amore e la gioia dietro il dolore.”
Eckhart Tolle

Quando gli antichi yogi dell’india dicevano “Io sono quello” (in sanscrito so ‘ham) non era un semplice detto per confondere le persone, ma una diretta e profonda realizzazione della nostra vera natura. Abbiamo visto nei precedenti articoli come il processo di meditazione e di ricerca della pace interiore porta poco a poco a farci capire che esiste un osservatore, ovvero la coscienza che attua attraverso di noi, che si vuole esprimere e che vuole conoscere sé stessa attraverso di noi. Se potessimo sempre identificarci con la coscienza non soffriremmo, perchè la nostra mente funzionerebbe solo per le cose pratiche e non si perderebbe a pensare al futuro o al passato. La nostra società fin da bambini ci ha spinti però a farci credere di essere il “pupazzo” ovvero il corpo-mente che identifica la nostra persona (ovvero la nostra maschera o personaggio), spingendoci ad essere bravi studenti, bravi lavoratori, bravi mariti, tutto per il bene della società e per apparire sempre bene agli occhi degli altri. Non bisogna certo dar la colpa ai nostri genitori né a i nostri professori perchè tutti ignoravano la realtà delle cose e attuavano secondo ciò che gli era stato insegnato da bambini. In termini sanscriti questa identificazione con il corpo-mente viene detta avidya ovvero ignoranza primaria; in questa ignoranza primaria il 99% delle persone del mondo vive una vita più o meno felice. Leggi tutto