“Chi non è soddisfatto di poco, non potrà essere soddisfatto con niente.”
Eraclito

Ognuno di noi arriva su questo pianeta per un motivo, o meglio per compiere il suo Dharma. Abbiamo visto come le prime due virtù (tranquillità e autocontrollo) debbano essere coltivate permanentemente, quindi esigono da noi una costante attenzione. Uparati invece si manifesta senza sforzo dopo che le prime due virtù diventano parte integrante della nostra vita. Quando riusciamo a connetterci con la nostra sorgente e a vedere il mondo nella sua interezza uscendo dalla nostra piccola quotidianità e dalle nostre piccole sofferenze di ogni giorno ci sentiamo più in pace e con un senso di soddisfazione. La soddisfazione può manifestarsi quando non c’è ansia per il futuro, quando più pienamente riusciamo a godere dei piccoli piaceri che la vita ci offre. Questo senso di sazietà se così lo vogliamo chiamare, ci rende più leggeri, più attenti alle esigenze di chi ci sta attorno e più in armonia con l’ambiente che ci circonda. Diventeremo inoltre più indipendenti e potremo più facilmente godere della solitudine, che non deve manifestarsi per forza e non significa dover andare a vivere in un monastero, ma saremo meno attaccati al nostro partner o ai nostri figli; contrariamente a quanto ci è stato insegnato, più saremo distaccati e più potremo amare, l’amore vero infatti lascia l’altra persona libera di agire e sicuramente non cerca di controllare nessuno.

Sentirsi pieni significa sapere di possedere già tutto ciò di cui si ha bisogno e se per caso stai passando un periodo difficile a causa di una perdita di denaro o di una malattia sappi che ciò che ti è successo è stato inevitabile per il tuo sviluppo spirituale, tutto è impermanente e la tempesta così come è arrivata presto finirà per lasciare splendere di nuovo il sole. Non è facile accettare i momenti difficili e so bene quanto la mente possa diventare negativa generando ogni giorno preoccupazioni ed ansie inutili. Per questo è d’obbligo trovare del tempo per noi stessi, anche solo 15 o 20 minuti per semplicemente sedersi e respirare profondamente, guardare il cielo o ascoltare il canto degli uccelli, in modo da rallentare i nostri pensieri e poter godere della gioia di essere vivi. Non siamo venuti su questo pianeta per soffrire, ma anzi per imparare e godere delle piccole cose, spesso ciò non è possibile perchè copriamo di pensieri anche i più banali gesti del nostro vivere quotidiano quindi di fatto ci perdiamo molte delle piccole gioie che ci vengono offerte dall’essere presenti.

Quindi la cessazione della costante e patologica ricerca della soddisfazione dei sensi (che ripeto non significa negare i piaceri, ma accertarli quando si presentano senza ricercarli ossessivamente) ci porta verso uno stato di quiete che è di fatto la nostra vera natura, come è la natura di quasi tutti i bimbi vivere con totalità ogni momento. L’innocenza è forse ciò che più ci manca, l’abbiamo persa tanti anni fa quando abbiamo deciso di costruire una corazza attorno a noi per proteggerci dal mondo, ma isolandoci e facendo crescere le nostre paure.

Nel prossimo articolo vedremo la quarta virtù: la perseveranza (Titiksha).

A presto
Maitreya