“La Mystic Rose è composta da tre fasi, ognuna delle quali ha un obiettivo specifico: eliminare tutto il veleno dal tuo essere, veleno che ti è stato tramandato da
generazioni in generazioni nel corso dei secoli.”
Osho
Osho è stato uno dei più grandi mistici indiani del secolo scorso e sicuramente uno dei più rivoluzionari. Le sue idee infatti erano contrarie a quelle della spiritualità classica hindù soprattutto riguardo al seguire discipline molto rigide per poter espandere la nostra coscienza. Osho amava la libertà, questo è certo, e voleva che i suoi seguaci fossero liberi nella loro vita quindi non veniva imposto a nessuno una ferrea disciplina come si vuole invece nei classici ashram indiani. Grazie ad un gruppo di terapeuti per lo più europei ed americani creò varie meditazioni dette “meditazioni attive” dove si usa il movimento del corpo per raggiungere uno stato meditativo. La sua più grande terapia meditativa è la “Mystic Rose”: la terapia viene svolta in centri dove le persone possono vivere in qualche modo isolate dal caotico mondo circostante e possono partecipare a varie meditazioni complementari durante la giornata per ricevere maggiori benefici durante la terapia che dura 3 ore al giorno. La terapia ha una durata di 21 giorni ed è divida in tre fasi da 7 giorni l’una. Quello che segue è un breve resoconto della mia esperienza presso l'”Osho meditation resort” nella città di Pune (India).
Prima fase – La risata
“La prima fase è quella della risata. Uno dei più grandi scrittori, Norman Cousin, ha recentemente scritto, di un suo esperimento personale, svolto per anni: con una risata di venti minuti, irrazionale, senza motivo, tutte le tensioni scompaiono. La tua consapevolezza cresce e la spazzatura scompare. Potrai sperimentarlo tu stesso: se riesci a ridere senza motivo, irrazionalmente, potrai vedere quello che è stato represso dentro di te…Già dalla prima infanzia, ci è stato detto di non ridere –‘Sii serio’. Esci da questo condizionamento di repressione.”
Osho
Durante la prima settimana si entra nella sala adibita alle terapie con gli altri partecipanti e i due facilitator (ovvero le persone che ci aiutano e guidano durante la terapia) e si inizia a ridere senza motivo. Nella sala sono presenti vari lettini e vari cuscini su cui adagiarsi, rotolarsi etc. Si può interagire con le altre persone, guardarsi, ridere assieme, lanciarsi cuscini etc. Tutto può servire durante i primi giorni per entrare nella risata, ma bisogna capire che questa risata deve essere un processo interno, deve nascere dentro di noi e non perchè qualcuno ci fa ridere. Mi trovai personalmente a mio agio e trovai molta allegria dentro me stesso, a volte mi sentivo molto stanco di ridere e dovevo smettere per vari minuti. Mi accorsi che la risata a volte mi prendeva cosi forte che non riuscivo a smettere, a volte bastava ascoltare la risata di un altra persona per scoppiare a ridere come dei pazzi, altri momenti diventava quasi penoso, le risate non uscivano, ma cercavo di ricordarmi di non prendere la vita sul serio. Passarono i giorni e l’esperienza divenne poco a poco sempre più interna, le interazioni con le altre persone si fecero più rare, mi trovai persino irritato qualche volte dall’avvicinarsi di qualche persona che cercava di forzare un interazione. Alla fine delle 3 ore ci si sedeva per qualche minuto in silenzio, durante questi pochi minuti sentivo normalmente come se il mio prana fosse altissimo, come dopo un intensa sessione di pranayama, respiravo quindi profondamente e lentamente mi calmavo e riprendevo totale controllo sul mio corpo, ma potei comunque sperimentare questa sensazione di leggerezza durante tutto l’arco della giornata. Le sensazioni di questa settimana furono forti, sentii anche che ridendo cosi tanto durante il resto della giornata non avevo veramente voglia di ridere, cercavo quasi il silenzio o comunque potevo diventare in un certo senso passivo e taciturno. Mi resi conto verso gli ultimi giorni dei benefici di questa risata e di quante tensioni stavano uscendo dal mio corpo.
La risata per Osho è un buon modo per avvicinarsi a Dio. Il mistico e la persona spirituale in genere deve essere una persona allegra altrimenti rischia di diventare seria e dura.
Seconda fase: Il pianto
La seconda fase è il pianto. Le lacrime sono state represse ancora più profondamente. Ci è stato detto che le lacrime sono sinonimo di debolezza – non lo sono.
Le lacrime puliscono, non solo i nostri occhi ma anche il nostro cuore. Ti ammorbidiscono, è una strategia biologica che ti mantiene pulito, ti alleggerisce.
È un fatto ben noto che un numero minore di donne impazzisce, rispetto agli uomini, e il motivo è, che le donne riescono a piangere più facilmente degli uomini. Anche al bambino più piccolo, è stato insegnato: “Sii un uomo, non piangere come una donna’’.
Osho
Appena entrammo nella sala le due facilitator ci accolsero in lacrime e con una musica tristissima che risuonava per il salone, sul pianto bisognava lavorare solo da soli, le interazioni erano ridotte quindi al minimo. Durante i primi due giorni della seconda settimana riuscii a fare uscire qualche lacrima pensando a dolori del passato, ma non sentii arrivare nessun picco di tristezza, c’era comunque una sorta di tristezza che permeava la giornata e la potei percepire ogni giorno di più. Inizia ad usare la spilla del silenzio (è una spilla speciale che se indossata indica a tutti quelli nel centro che non vogliamo parlare) specialmente la mattina per stare da solo e con la mia energia. Durate la terza e la quarta sessione trovai più difficile entrare nella tristezza, alcune persone urlavano durate la sessione e decisi di usare i tappi per non essere distratto, mi resi conto che le lacrime potevano uscire solo dal silenzio. Durante la quinta sessione qualcosa prese atto all’intero del mio corpo: mi trovai in posizione prona e sentii voglia di piangere ma le lacrime non arrivarono; sentii una delle due “facilitator”, arrivarmi alle spalle, appoggiare una mano sulla mia schiena….mi sentii rincuorato ma allo stesso sentii una strana sensazione, mi girai e la guardai negli occhi, ci abbracciamo in silenzio, mi sedetti con le gambe piegate di lato la guardai e poi sentii l’onda arrivare, le lacrime iniziarono ad uscire a fiotti, un pianto liberatorio uscì dal mio corpo, la mia mente cessò di pensare, c’erano solo lacrime che uscivano e la voce del pianto, non ci fu nessun motivo particolare per questo pianto, nessun momento passato, nessun ricordo triste, fu semplicemente un flusso, almeno cosi lo percepii…. senza analisi, osservai la tristezza negli occhi della facilitator che mi osservava, aprii il mio cuore a una persona totalmente sconosciuta e di nuovo ci abbracciammo in silenzio. Questo pianto generò una connessione tra noi che durò per tutta la terapia (e oltre), potevo percepire questa persona come una seconda madre. Durante la giornata le mie sensazioni furono abbastanza intense, mi fermai sotto le piante del centro a meditare, cercai di passare del tempo solo. Potevo percepire che il pianto poteva uscire solo dopo le tante risate e mi resi conto che la sequenza della terapia funzionava.
Terza fase – Il silenzio
La terza fase è quella del silenzio. L’ho chiamata ‘L’osservatore sulla collina’. Divieni silenzioso come se tu fossi da solo, sulla cima di una vetta dell’Himalaya, assolutamente solo e silenzioso, semplicemente osservando, ascoltando, sensibile, ma immobile.”
Osho
Durante la terza settimana si entra nella sala per 3 sedute di meditazione di 50 minuti ciascuna, intervallate da 10 minuti di pausa con tanto di musica meditativa che ci accompagnava mentre si cercava di sgranchire il corpo. Fui felice di entrare nel silenzio e la sala si prestava benissimo a questo tipo di esperienza essendo acusticamente isolata dal resto del centro. Potei sentire una pace dentro me stesso nonostante ci fossero ancora pensieri, ma passai attimi di puro silenzio, entrando nello stato che gli yogi chiamano Dhyana, lo stato di quiete, senza pensieri. Durante la quinta sessione inizia a sentire una stranissima sensazione allo stomaco, sentii lo stomaco contrarsi contro la mia volontà ogni 15 secondi circa questa sensazione si ripeté, tutto successe durante la seconda sessione , all’inizio non mi allarmai ma quando mi resi conto che le contrazioni non cessavano iniziai a preoccuparmi, poi mi chiesi se questa sensazione portava dolore, la risposta fu no, quindi mi rilassai e lasciai fare al corpo ciò che voleva fare, durante la seconda pausa di 15 minuti mentre si ascoltava la musica potei ancora sentire lo stomaco contrarsi varie volte, andai in bagno ma le contrazioni non accennavano a smettere, sentii pero che nel resto nel mio corpo c’era un profondo rilassamento, la mia mente si era ripulita di moltissimi pensieri. Mi sedetti per iniziare la terza sessione ed osservai le contrazioni che improvvisamente cessarono, sentii il mio corpo rilassato completamente, poi la mia mente si calmò e passai 50 minuti seduto senza quasi accorgermi, quando la campanella suonò e mi resi conto che tutte le persone erano già in piedi mi alzai con riluttanza, e mi recai fuori dalla sala, mi sentii strano e cercai una panchina per sdraiarmi, osservai gli alberi sopra di me con immensa pace, sentii gratitudine per la vita per questo regalo, per questa dolce esperienza, la assaporai, pur sapendo che non sarebbe durata per sempre, ma resterà parte delle mie grandi esperienze nella vita. Mi sedetti in meditazione finché mi sentii osservato, aprii gli occhi e tra rami che mi circondavano vidi Z., una stupenda ragazza conosciuta durante la terapia che poi diventò la mia compagna di avventure e viaggi e con la quale ebbi l’onore di condividere questa magnifica esperienza.
Ringrazio Osho per aver creato questa splendida terapia che consiglio a chiunque voglia pulire il proprio subconscio dai tanti veleni che accumuliamo durante la vita.
A presto
Maitreya