“Yogaś citta-vritti-nirodhaḥ”
“Lo Yoga è inibizione dei processi mentali”
Patanjali M
aharishi

La parola yoga deriva dal sanscrito e significa letteralmente unire, legare, aggiogare. La parola serve appunto per indicare l’unione di noi stessi con l’assoluto, l’essere, l’energia universale, l’infinito. La parola pur trovandosi in testi antichissimi come il Katha Upanishad (V secolo a.C.) trova la sua completa espressione nel libro Yoga sutra” di Patanjali Maharishi (II sec. a.C.). In questo straordinario libro Patanjali riuscì nella difficilissima impresa di creare partendo da una base filosofica/religiosa un libro del tutto scientifico. Di fatto i 196 aforismi che lo compongono formano un perfetto manuale per il praticante, non ci sono divinità, strani rituali, colore o folklore; la scrittura di Patanjali è asciutta come quella che ci si aspetterebbe da un manuale di fisica. I sutra non lasciano spazio a troppe interpretazioni: il secondo sutra, che è diventato il caposaldo della filosofia yoga, cita infatti: “lo yoga è inibizione dei processi mentali” (tradotto anche con “lo yoga è la cessazione delle perturbazioni della mente”). Lo yoga ci porta a capire che noi NON siamo la nostra mente nè il nostro corpo e che l’unione con l’universo è possibile solo con l’inibizione del turbinio di pensieri che invadono costantemente la nostra mente. Dopo aver spiegato che cos’è lo Yoga Patanjali guida il praticante passo a passo verso il samadhi o congiunzione in cui la mente è unita all’oggetto e si crea di fatto un unione tra l’osservatore e l’osservato, entrambi si fondono in uno e scompaiono come entità a sé stanti. Questo stadio, l’ultimo degli otto stadi dell’Ashtanga, dove il nostro ego scompare, è il vero obbiettivo dello yoga. Le posture per esempio, dette asanas rappresentano solamente uno di questi stadi.

Lo yoga quindi è una disciplina, dove il termine implica che ci sia un discepolo e dall’altra parte una maestro. Discepolo diventa colui che è abbastanza umile da riconoscere il suo ego ed entra senza difficoltà nella luce del maestro; grazie al contatto con questa luce avanzerà molto più velocemente nel cammino spirituale di coloro che per ego rifiuteranno una guida. La disciplina non è ovviamente un seguire ciecamente qualcuno, infatti il vero maestro è colui che ti lascia totalmente libero: libero di scegliere un altro cammino, libero di allontanarti e libero di mettere in discussione le sue parole. Il maestro insegna sempre partendo dalla sua esperienza di vita per questo esistono tante discipline e tanti maestri, sta solo a te trovare la disciplina ed il maestro che più rispecchia il tuo spirito.

Sedici secoli dopo gli yoga sutra, Swami Svatmarama scrive l'”Hata Yoga Pradipika” introducendo così al mondo la parte più fisica dello yoga. La parola Hata significa letteralmente “forza”, il libro infatti spiega nel dettaglio i vari esercizi di purificazione, le posture e gli esercizi di pranayama da seguire per l’ottenimento di un corpo forte ed equilibrato favorendo così le pratiche meditative e di elevamento della coscienza. Quasi tutte le scuole moderne si focalizzano sull’hata yoga ma nella maggior parte dei casi si fermano sull’insegnamento delle asanas ed è un peccato perché al di la del corpo fisico si apre un ventaglio enorme di benefici e possibilità per l’essere umano di vivere una vita piena e salutare.

Lo yoga quindi nasce in india in un contesto induista e ha come base la filosofia dei veda, ma di fatto non è una religione e può essere praticato da persone di qualunque razza, sesso, credo, filosofia, religione etc… Coloro che vedono insegnamenti incompatibili con il loro credo è solitamente perché hanno distorto l’insegnamento del maestro ed hanno fondato sulla sua parola una religione chiudendosi all’interno di un qualsiasi dogma. In questo senso la religione  separa ed è assurdo perché come la parola Yoga anche “religo” (come spiegava il prete cattolico Raimon Panikkar) in latino significa aggiogare ed unire.

Lo yoga è un cammino che unisce perfettamente spiritualità e scienza per il beneficio di tutti gli uomini.

a presto
Maitreya