“Vivere spiritualmente è vivere nel presente. Lo yoga ci porta nel momento presente, facendoci diventare coscienti del nostro allineamento corporale, dei nostri movimenti e della nostra respirazione.”
Vivekânanda
Per il Yogin (praticante Yoga) esistono 4 cammini dello yoga. Vediamoli insieme:
KARMA YOGA
Karma significa azione, il Karma rappresenta l’agire verso un fine generando quel meraviglioso rapporto causa-effetto che definisce le stanze della nostra vita. Questa azione secondo questo cammino deve essere disinteressata perché non dipende da noi ma è rivolta a qualcosa di elevato, non si lavora per diventare ricchi ma perché si sente che sia giusto o meno farlo, è un azione diretta dal cuore e solo da esso deve scaturire e deve utilizzare la mente solo per organizzarla. L’azione diventa cosi incondizionata, la mente dovrebbe staccarsi dal risultato che potrebbe non dipendere da noi, quante volte ci è capitato di impegnarci molto per arrivare ad un risultato mediocre? Cerchiamo quindi di capire cosa il nostro cuore voglia veramente fare e portiamo a termine questa azione senza preoccuparci troppo.
JNANA YOGA
Jnana significa discernimento tra ciò che è transitorio, tra ciò che è illusorio e tra ciò che veramente è reale ovvero ciò che è infinito. Il discernimento va applicato ogni giorno ed ogni momento della nostra vita, dovremmo chiederci in ogni istante chi siamo veramente e osservarci per capire perché stiamo facendo una determinata azione piuttosto che un altra. Il discernimento viene coltivato grazie alle letture di libri di spiritualità e dagli insegnamenti dei maestri (ad ognuno il suo!). Per approfondire il discernimento una buona base è il meraviglioso “Viveka Chudamani”di Shankaracharya.
BHAKTI YOGA
È la via della devozione, è un offerta a tutto l’universo. È una via rivolta a tutta l’umanità perché è di facile applicabilità e non richiede di capacità particolari. Essere devoto in questo senso significa offrire ogni azione e pensiero a qualcosa di “altro” (qualcuno direbbe più elevato ma i piani sottintendono gerarchie) da noi. I Visnuisti (meglio conosciuti come Hare Krishna per la recitazione del celebre canto) sono un esempio di devozione attraverso il canto e la recitazione di mantra, preghiere e rituali.
La devozione a quell’energia che permea l’universo (c’è chi la chiama Dio…) riduce lentamente il nostro ego, il praticante quindi raggiunge la auto-liberazione unendosi piano piano con quest’energia che è in ultima istanza non comprensibile dal nostro intelletto.
RAJA YOGA
Lo Yoga reale o mentale, per il suo nome e significato spicca sugli altri: il controllo della mente è basico per il controllo del proprio corpo e delle nostre azioni quotidiane. Il fine non è il benessere psicofisico ma è una diretta conseguenza. L’obbiettivo è sempre uno: vivere nel momento presente con gioia e compassione.
“Yoga chitta vritti nirodha” Lo yoga estingue le perturbazioni della mente” (Yoga sutra – Patanjali)
È una frase chiave per capire il fine ultimo del Raja Yoga; l’Hata Yoga pur facendo categoria a se stante puo essere fatto rientrare all’interno del Raja infatti le asanas e la respirazione non hanno un effetto solo muscolare, ma anzi e soprattutto sul controllo dei propri pensieri grazie alla concentrazione ed alla contemplazione. Si potrebbe praticare Yoga giocando a freccette il che significa che mentre lo stiamo facendo la nostra mente non si distrae, le nostre mani sentono il contatto con il dardo, possiamo sentirne l’odore e i suoni attorno a noi vengono percepiti ma non analizzati, questa presenza è l’unione tra mente e corpo. Ricordiamo che moltissime asanas sono nate negli ultimi 500 anni (L’Hata Yoga Pradipika è del XV secolo) e molte furono introdotte negli ultimi 2 secoli, questo ci fa capire che lo Yoga non dipende dalle asanas in senso stretto.
Ognuno di noi dovrebbe coltivare quotidianamente i 4 cammini anche se si concentrerà soprattutto su uno o due di essi. Inizia da quello che preferisci. Personalmente mi sento più vicino al Jnana e al Raja; e tu?